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mercoledì 7 aprile 2010

Paco D'onofrio. (Il grassetto non mi piace)

«Calciopoli non reggeva e ora, a tre anni e mezzo di distanza, la verità viene a galla. L’assegnazione dello scudetto 2005/06 deve essere ridiscussa». L’avvocato Paco D’Onofrio, 38 anni, esperto di diritto sportivo e difensore di Luciano Moggi nel processo dell’estate 2006 sembra molto sicuro di sé e spiega a ‘Libero’ anche il perché nei prossimi giorni il processo di Napoli riserverà altre sorprese: «Tutto l’impianto accusatorio del procuratore Palazzi si è rivelato errato, spero che lui e la Federcalcio abbiano il coraggio di prenderne atto».

Intanto è stata annunciata l’apertura di un fascicolo.
«Bene, ma è un atto dovuto.
Solo avviando formalmente un’istrut – toria, la Procura federale acquisirà
le prove raccolte dal Tribunale di Napoli. Altrimenti come potrebberoesaminare le intercettazioni delle telefonate tra Bergamo e Moratti? Non certo prendendole dai giornali».

A proposito delle telefonate tra i dirigenti interisti ed i vertici arbitrali: per il momento le conversazioni note non sembrano preannunciare alcuna ipotesi di reato.
«Secondo me, invece, quelle telefonate hanno lo stesso tenore e gli stessi contenuti di molti stralci presi in considerazione durante il processo di Calciopoli».

Cioè?
«Emerge lo stesso clima amicale, la stessa appartenenza della dirigenza dell’Inter ad una struttura che, nel 2006, venne definita nelle motivazioni come sistema di nascondimento. Un sistema, cioè, di cui la Juventus e Moggi erano gli ideatori e i fautori e da cui altre società, compresa l’Inter, erano escluse. Da quanto noto finora, è evidente che così non era».

È la tesi di Moggi al processo penale di Napoli: non un solo colpevole, ma tanti colpevoli. O meglio: o tutti colpevoli, o tutti innocenti. Non si rischia di gettare fumo su una pagina già abbastanza complicata?
«Al contrario, occorre fare chiarezza su quei mesi convulsi da cui nacque, per volontà della Figc, lo “scudetto degli onesti”».

Quello della stagione 2005/06, assegnato a tavolino all’Inter.
«Esatto. Le intercettazioni riguardavano il campionato 2004/05, ma le sanzioni arrivarono tutte nella stagione consecutiva, perché secondo la Procura, anche in assenza di prove, il sistema non poteva essere morto nel maggio 2005. Allo stesso modo, anche i presunti “reati” dell’Inter dovrebbero venire scontati nella
stagione successiva».

Però c’è il rischio prescrizione.
«Vero. Per il vecchio codice, la prescrizione interviene dopo 4 anni. Il nuovo, in vigore dal marzo 2007, estende i termini a 8 anni ma non è retroattivo. Quindi per tutti i reati antecedenti al 2007 vale la “vecchia” prescrizione».


Sempre ammesso che l’Inter abbia commesso reati sportivi, non rischierebbe penalizzazioni o sanzioni.
«No, così come non potrebbe venir squalificato, per esempio, nemmeno Massimo Moratti. E non dimentichiamo,comunque, cheil peso dei reati contestati alla Juventus all’epoca fu decisamente superiore a quello ipotizzabile oggi per l’Inter».


E allora perché lo scudetto 2006 sarebbe “a rischio”?
«Perché fu tolto alla Juve e assegnato all’Inter per questioni morali. Si premiava la prima società in classifica tra quelle non coinvolte nello scandalo Calciopoli. Venendo meno a mio parere quel presupposto, è ipotizzabile una riassegnazione».

E in questo caso non ci sarebbero termini di prescrizione?
«No, perché la Procura acquisirebbe nuove prove e la Figc, in base a queste, dovrebbe decidere il da farsi. E per la Federazione non c’è prescrizione».

Poniamo che la Procura decida di tornare sui propri passi e indurre la Figc a revocare lo scudetto 2006. Cosa ci si dovrebbe aspettare dopo?
«La Federazione potrebbe decidere di non assegnare lo scudetto, oppure darlo alla squadra giunta alle spalle dell’Inter nella classifica “rimodellata”, cioè la Roma, come prima delle escluse dalle intercettazioni».

Quante possibilità ha la Juve di riaverlo indietro?
«Secondo me può sperare. Se viene meno il presupposto dei bianconeri come “manovratori” del sistema, ma semplici “utilizzato – ri” sebbene privilegiati, crollaanche l’impianto delle aggravanti: dagli scudetti revocati alla retrocessione in B».

Sulla retrocessione, è plausibile che la Juve chieda un risarcimento alla Federazione?
«Sì, anche se deve aspettare la fi-ne dei processi penali.
L’avvocato dei bianconeri Zaccone si è detto possibilista… È un segnale che il vento è cambiato».

Revisionismo?
«Buon senso. Quanto emerso sta facendo ricredere anche i più irremovibili colpevolisti del 2006. Spero che Palazzi e la Figc, che allora non agirono in malafedema sulla scia di un clima isterico, pongano rimedio all’aberrazione di un processo celebrato in 20 giorni».

1 commento:

marco99 ha detto...

Caro Defio la strada è ancora lunga e la guerra senza quartiere.. non molliamo