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sabato 10 gennaio 2009

Roberto Beccantini dice

Da un eccesso all’altro: siamo fatti così. Moggi carnefice, Moggi martire: e al prossimo giro? In base al dibattimento, era facile anticipare che la sentenza del processo di Roma avrebbe smantellato il castello dell’associazione a delinquere. Certo, condannare i Moggi e assolvere la Gea appartiene alle piroette dei nostri tribunali. Un totale di 32 mesi fra padre e figlio per «violenza privata» non sarebbe poco, in un Paese normale, ma rispetto alle richieste del pm Palamara - e alla prospettiva, concreta, che in appello le sanzioni vengano cancellate - poco appare.

Il nodo è Napoli. Anche se per molti, attraverso la Gea, Moggi controllava il mercato e falsava i campionati. Sbaglia, Cobolli Gigli, a cavalcare l’onda emotiva dei 29 scudetti. Troppo comodo. Non si scaldò neppure quando il commissario Guido Rossi ne regalò uno all’Inter, curioso che lo faccia adesso. Su Calciopoli, la giustizia sportiva si è espressa nell’estate del 2006. Sappiamo come. I suoi tempi sono stretti, quasi isterici. Viceversa, quelli della «sorella maggiore» sono lenti, quasi eterni. A volte i risultati coincidono (caso Gea), a volte no.

La tattica degli avvocati di Moggi sembra orientata ad allargare il bacino degli intercettati, con nuove clamorose rivelazioni (e registrazioni). Vedremo. Rimangono le schede agli arbitri. Ballano l’associazione a delinquere (pure qui) e la frode sportiva. Roma ha escluso che la Gea fosse una mafia. Napoli dovrà chiarire se, come e quanto l’ex direttore generale della Juventus sia stato, a livello penale, l’unico Belzebù del calcio, uno dei principali, come emerso eticamente in ambito sportivo, o uno dei tanti. E se, coperti dai suoi maneggi o dallo zelo degli inquisitori, qualche altro dirigente e qualche altra società l’abbiano fatta franca. Si comincia il 20 gennaio. Non resta che attendere. Nella speranza che il ritmo sia tale da allontanare lo spettro della prescrizione. L’epilogo che, a parole, né i pm Beatrice e Narducci né l’imputato si augurano.


Sapete quanto cosa vuol dire?
Vuol dire che ne usciremo più puliti di quanto sperassimo e forse sporcheremo qualche altro santone onesto. non sarà forse un modo molto molare ma sicuramente vale la legge del taglione dopo aver fatto 2 anni di inferno con tutti i media e tutto il popolo italiano che cercava di sentirsi meglio vomitandoci addosso tutta la loro frustrazione per tutti gli ultimi campionati pilotati dalla Juve. E sottolineo DALLA JUVE, non da Moggi. Sul campo.
Attendo il 20 gennaio come il 25 dicembre.

ps: onore a Beccantini che rimbecca cobolli, il burattino inutile.

2 commenti:

marco99 ha detto...

Riguardo il tuo post ti voglio dire di non credere troppo in Beccantini, lui è un cosidetto tifoso di serie A, alla cobolli.
Infatti lo rimbecca x averla cavalcata l'onda emotiva.
Un articolo velenoso il suo, letto tra righe non mi piace nemmeno tanto.
Riguardo "il gazzettino del petroliere" devo dire che non è l'unico ad aver ragliato, anche altri giornali tradizionalmente a noi ostili hanno fatto lo stesso.
Dobbiamo tenere sempre alta la guardia e non mollare mai!
ciao

Anonimo ha detto...

E' necessario capire se dall'inchiesta di Napoli escano altri nomi e altre società. Se fosse così allora potremmo rivedere lo scenario di quel periodo altrimenti resteremmo sempre e comunque i maggiori resonsabili